Ho ripreso un articolo di gennaio 2019 del Presidente della F.I.A.I.P. (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), che riflette perfettamente quello che è il mio pensiero sul mercato immobiliare già espresso anche in un mio precedente Post.
È dal 2014 che il mercato immobiliare fa segnare una crescita costante delle transazioni immobiliari (nel 2018 circa il +5% rispetto all'anno precedente ed una previsione per il 2019 di un ulteriore aumento del 4/5%). Le congetture del mercato immobiliare sembrano tutte favorevoli visti i tassi di interesse dei mutui sempre molto bassi e gli investimenti in borsa o in titoli che, oltre a rendere sempre meno, sono a forte rischio perdita. La domanda che spesso i venditori mi pongono è sul perché i valori degli immobili sono sempre in discesa! Il mercato immobiliare come tutti i mercati economici è fatto di offerta e di richiesta e, se il numero di immobili in vendita è superiore all'esigenza abitativa, questo è il motivo principale della costante discesa dei valori. Perché la quantità di immobili in vendita è superiore alla domanda nonostante l’aumento delle compravendite? Per capire questo fenomeno va analizzato quello che è successo negli anni precedenti! Tra il 2006 ed il 2012 il numero delle compravendite immobiliari è diminuito del 50%, per tornare ad un aumento dei valori bisognerebbe raggiungere quella quantità di transazioni che ha fatto letteralmente volare il mercato immobiliare negli anni d’oro, un numero ancora lontano. Portando un esempio numerico se il mercato immobiliare sino al 2006 ha fatto registrare 100 transazioni e nel 2013 ne ha fatte registrare 50, un aumento del 4% media anno tra il 2014 ed il 2018 ha come risultato un numero di transazioni anno di poco inferiore a 60, ancora lontano dalle 100 del 2006. Va altre sì analizzato l’aumento degli immobili di nuova costruzione avvenuto negli periodi floridi, ove i costruttori hanno edificato tante nuove abitazioni, addirittura nuovi quartieri, con il risultato di un aumento di immobili in vendita sul mercato. la quantità considerevole di immobili in vendita di nuova costruzione, soprattutto nelle zone periferiche e semi periferiche, ha danneggiato non poco il mercato “dell’usato” nelle zone limitrofe ove spesso gli stabili sono più vetusti e sicuramente di categoria energetica più bassa. Va altre sì osservato che tra il 2001 ed il 2006 sono aumentati del 15% i nuovi proprietari di casa, diminuendo l’esigenza abitativa. Altro motivo della diminuzione dei potenziali acquirenti è dato dalla crisi economica, le giovani coppie che “possono” accedere al credito è sicuramente minore rispetto a prima. Un altro fenomeno che stiamo percependo è l’aumento delle persone che, pur avendo le capacità di acquistare un immobile, preferiscono la locazione; questo avvenimento è dovuto all'incertezza della location del lavoro. Soprattutto per chi lavora in grandi aziende è molto probabile uno spostamento da una città all'altra nel giro di pochi anni, a questo punto si ritiene più vantaggioso andare in affitto evitando le spese iniziali di un acquisto immobiliare (Imposte, notaio, Agenzia Immobiliare, ecc…) che mediamente si ammortizzano in tre anni circa di affitto. Sicuramente il sistema fiscale sugli immobili (I.M.U. in primis) non aiuta il mercato immobiliare dei piccoli investitori anche se, grazie alla cedolare secca e ai canoni concordati, la pressione fiscale è diminuita. William Tessitore VALUTARE.CASA S.r.l.
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